Gli ostelli ci sono ma rimangono chiusi: perché?

Ospitalità sulla Via Francigena Toscana
Tante cose funzionano ma…c’è anche qualcosa che non va!
C’è qualcosa che non va! Lo scrivo con dispiacere ed il mio interesse non è tanto quello di evidenziare inefficienze quanto quello di essere di stimolo nel cercare di attivare tutti coloro che sono interessati a far sì che due ostelli, quello di Filattiera e quello di Villafranca in Lunigiana, finanziati e realizzati, vengano anche resi operativi e possano finalmente ospitare i pellegrini che, sempre più numerosi, sono andati scoprendo il fascino della Via Francigena.
Ospitalità: talvolta i pellegrini incontrano difficoltà. E’ importante che lo segnalino.
Pertanto mi rivolgo, in primis, ai pellegrini stessi, affinché, scrivendo, telefonando, inviando mail facciano pressione sui due comuni interessati, invitando gli stessi a rendere operative le due strutture di accoglienza.
Infatti, se risorse di tutti sono state impiegate a tal fine, pur senza attardarsi in analisi tese a scoprire cosa non ha funzionato in passato, i pellegrini hanno però interesse ed anche diritto a far sì che, quanto prima, vengano resi fruibili i servizi predisposti per loro.
Tanto più che a tal fine sono stati utilizzati soldi della collettività.
Pertanto l’obiettivo, peraltro facilmente raggiungibile qualora le amministrazioni interessate dedichino allo stesso il necessario impegno, è quello di fare in modo che, già nella primavera del 2021, i due ostelli vengano aperti e possano garantire ospitalità a quanti si muovono sul cammino.
Ospitalità sulla Via Francigena: la regione Toscana ha fatto molto, però…
Non di meno, mi rivolgo a Regione Toscana. La Regione che più si è impegnata in merito alla valorizzazione della Via Francigena, impegnando in essa risorse economiche ma anche intelligenza, visione e capacità organizzative.
Una Regione che, là dove ha trovato territori pronti a cogliere le opportunità che la stessa andava offrendo, è riuscita a fare della Via Francigena un asset prezioso per il territorio, per la rivitalizzazione di molti borghi, per il mantenimento di culture e tradizioni alimentate da un’economia basata soprattutto su un prezioso tessuto di microimprese.
Per lo più imprese familiari, quelle a scarso impatto ambientale ma che, nello stesso tempo, in particolar modo in Toscana dove sono presenti tanti piccoli insediamenti umani circondati da aree boschive, si rivelano preziose nell’impedire che le stesse cadano in uno stato di abbandono, inselvatichendo.
Via Francigena in Lunigiana: bella ma…serve uno scatto
Ed alla Regione chiederei anche un ulteriore impegno. Quello di capire, per rimuovere poi, costruttivamente, eventuali ostacoli, cosa ha impedito che le tappe di Via Francigena che attraversano la Lunigiana, ricevessero l’attenzione che, a detta di chi le percorre, sembrerebbero meritare.
Non lo dico io. Lo dicono i numeri: la tappa che dal Passo della Cisa conduce a Pontremoli è una delle tappe che registra il minor numero di presenze.
Peraltro, a detta di molti pellegrini è una delle più belle dell’intero percorso Francigeno.

E non c’è da dubitarne infatti offre scenari vari che cambiano con il variare dell’altitudine (dai 1050 metri del Passo della Cisa ai 250 metri di Pontremoli), attraversa punti panoramici quali il crinale del Monte Cucchero ed il Passo della Crocetta, incontra manufatti carichi di storia qualè è il ponte medievale di Groppodalosio o carichi di storie com’è invece il ponte della Spegiura. Infine aspetto altrettanto apprezzabile è sicura, tutta su sentiero lontana da ogni forma di traffico a motore.
Altrettanto si può affermare poi per la tappa successiva, quella che da Pontremoli conduce ad Aulla.
E allora? Noi tutti abbiamo il dovere di interrogarci: Regione Toscana, Comuni interessati, ma anche l’AIVF, così come è giusto che diano il proprio contributo di idee e proposte tutti coloro che credono in questo affascinante cammino.
Da parte mia mi limito a segnalare il fatto che, per i pellegrini intenzionati a percorrere la prima tappa di Via Francigena Toscana, dal Passo della Cisa a Pontremoli, sarebbe molto utile poter disporre di un servizio di trasporto che, partendo dalla stazione di Pontremoli, potesse condurli direttamente al Passo della Cisa.
Ma è chiaro che Regione Toscana e AIVF possono fare molto di più e, fiducioso, non dubito che lo faranno.
Buon cammino a tutti sulla Via Francigena!