La Via Francigena non è una pista da cross

La quarantena è finita. Il virus non è ancora definitivamente debellato ma i buoni risultati ottenuti nel suo contrasto, consentono a tutti noi un po’ di libertà in più.

Purtroppo non sono pochi coloro che scambiano per sinonimi due termini che, ben diversi per significato, hanno in comune solo una iniziale assonanza: li-bertà e li-cenza.

Motocross sulla via Francigena
Motocross sulla via Francigena

Fin dal primo giorno di allentamento delle maglie abbiamo dovuto assistere ad un fenomeno più volte denunciato, senza che l’amministrazione comunale di Pontremoli prestasse ad esso attenzione alcuna: la via Francigena trasformata in una pista da cross.

Fin dal primo giorno di allentamento delle maglie abbiamo dovuto assistere ad un fenomeno più volte denunciato, senza che l’amministrazione comunale di Pontremoli prestasse ad esso attenzione alcuna: la via Francigena trasformata in una pista da cross.

Un modo di agire non solo illegale ma anche scellerato.

Questo tratto di via Francigena si sviluppa lungo sentieri secolari, sui quali la mano dell’uomo ha lasciato testimonianze importanti di una cultura, quella contadina, che va, ahinoi scomparendo.

I sentieri in molti punti sono ricoperti da un selciato realizzato con pietre locali e che i lavoratori del luogo hanno sicuramente messo in opera per motivi pratici, ma che, così come un tempo avveniva, non per questo li ha visti prestare meno attenzione al bello, all’aspetto estetico.

Le pietre disposte in maniera simmettrica sono lunghe e strette ai lati, allineate di costa mentre assumono dimensioni più consistenti nella parte centrale ed, in questa configurazione, si snodano per centinaia di metri.

La loro compattezza è garantita fino a quando le stessi si mantengono solidali l’una con l’altra. Dove si apre un buco si crea un punto di vulnerabilità destinato nel tempo a compromettere parti importanti di pavimentazione.

Ed è proprio ciò che avviene sotto le ruote tacchettate in occasione delle nervose accelerate che caratterizzano il modo in cui le moto vengono utilizzati nel fuoristrada.

Intendiamoci, noi non abbiamo nulla da ridire su quanti si divertono in questo modo.

Il cross è una disciplina che può essere o meno condivisa ma è pur sempre legale e tanti, direi la maggior parte di coloro che la praticano, lo fanno con correttezza, nel rispetto delle regole.

Purtroppo però, come in ogni comunità c’è sempre una minoranza che con il suo agire rischia di gettare discredito sull’intera categoria, ancor più se, come detto, non viene predisposta misura alcuna per disincentivarne lo scellerato agire.

Misure capaci di supplire con mezzi diversi là dove non albergano sensibilità e cultura: contravvenzioni, sequestri delle moto, etc.

Gli unici provvedimenti capaci di incidere nei comportamenti di soggetti incapaci di comprendere che la Via Francigena è patrimonio di tutti ed, ancor prima che il paesaggio è un bene da tutelare. Un bene che, una volta distrutto, è distrutto per sempre.

Di seguito l’estratto di una conversazione avvenuta in FB che testimonia una inqualificabile arroganza alimentata dalla, finora, goduta impunità.

L'impunità rende arroganti
L’impunità rende arroganti

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