Panzanella fritta

La panzanella fritta di Pietrasanta…è diversa!

Si chiama panzanella come un altro piatto tipico toscano ma, con lo stesso non ha nulla in comune.

Quest’ultimo, infatti, è un piatto a base di pane raffermo e varie verdure mentre la panzanella fritta, come facilmente desumibile dal nome, è un alimento che viene cucinato friggendolo.

Se qualche affinità la si vuol cercare si deve volgere lo sguardo allo sgabeo ligure o allo gnocco fritto romagnolo.

Ma, appunto si tratta di affinità più o meno vaghe. Chiedendo la panzanella fritta a Pietrasanta si deve avere la consapevolezza che non ci verrà consegnato qualcosa che già abbiamo assaporato in altri luoghi, ma denominato in maniera diversa.

Si tratta infatti delle rimanenze dell’impasto del pane oppure della pizza che, fritto nell’olio di semi ed accompagnato da salumi, formaggi e magari anche un buon bicchiere di vino in certi momenti della giornata può essere veramente gradito.

Produrlo in casa è semplicissimo: una volta fatto l’impasto (ingredienti: 100 g di farina tipo 2, ancor meglio se macinata a pietra, 100 di semola rimacinata, 50 g di farina tipo 0, 180 Ml di acqua tiepida, 5 gr. di lievito di birra fresco,1 cucchiaino di olio extravergine, 2 cucciaini di sale), non resta da far altro che lasciare lievitare il panetto così formato, fino a che non raddoppi il suo volume. Cosa che avviene in circa 3 ore.

A questo punto lo si tira col mattarello fino a ricavarne un disco dello spessore di 2 cm. circa. Quest’ultimo viene tagliato, di solito a quadrati o a rettangoli, ma nulla vieta di dare origine ad altre forme se le si preferisce.

Questi pezzi di pasta vengono immessi nell’olio, portato precedentemente ad una temperatura di 180°, all’interno di una padella ampia, affinché non abbiano a toccarsi fra di loro, la qual cosa ne contrasterebbe la capacità di gonfiarsi.

Una volta che la panzanella ha assunto il suo aspetto dorato la si estrae posandola su un foglio di carta assorbente, quindi la si apre a metà, scoprendo piacevolmente che è quasi priva di mollica interna.

La successiva imbottitura con salumi (preferibilmente quelli dotati di una componente grassa, quali pancetta e lardo), o formaggi (anche in questo caso è bene prediligere quelli cremosi, tipo gorgonzola e stracchino) e l’operazione che precede la parte più gratificante:…gustarla!