
Indice
- Tour operator sulla Via Francigena Toscana
- Le guide sulla Via francigena Toscana
- Parliamo un po’ di questa Via Francigena.
- La Via Francigena nella storia
- Giulio Cesare
- Via Francigena: agli uomini d’armi si affiancano quelli di fede
- Ed ecco chi le ha dato nome: Francigena… dai Franchi
- Sigerico, il testimonial della Via Francigena
- La Via Francigena e l’avvento dell’anno 1000: il mellenarismo
- Francigena: un solo nome per tanti percorsi
- La Via Francigena e i cavalieri del Tau
- Il pellegrinaggio
- La Via Francigena e il Giubileo
- Vuoi passare? Un fiorino!
- La Via Francigena nella storia
- La Via Francigena oggi
- Chi percorre la Via Francigena?
La Via Francigena non è un itinerario competitivo. Conduce sì verso una meta, Roma, ma, da raggiungere con uno spirito poco incline a quell’elemento di frenesia, cui sovente, ahinoi, veniamo costretti dai mille impegni che caratterizzano il vivere quotidiano.
Peraltro, questo percorso è ricco di vari e preziosi contenuti che si disvelano, regalando emozioni non banali, a chi si dimostra capace di affrontarlo nel suo giusto spirito.
C’è l’aspetto paesaggistico, tanto più apprezzabile quanto più il cammino non costringe l’occhio ad inseguire, faticosamente, il passo.
Una considerazione che vale anche per l’aspetto artistico/culturale.
Intendendo per cultura non solo quella testimoniata dai saperi alti, dalle opere d’arte, che certo non mancano lungo questa storica via, ma anche dai diversi modi di vivere, di accogliere, di pensare e di comunicare che affiorano spesso in piccoli dettagli e che meglio vengono colti da chi rinuncia a muoversi frettolosamente e dedica una parte del proprio tempo anche all’ascolto.
Detto ciò è altrettanto evidente che il cammino francigeno può essere affrontato, anche da un punto di vista pratico, in modi diversi, dipendenti dall’età, dallo stato di forma fisica, dalle abitudini, etc.
C’è chi sceglie di muoversi da solo, per vari motivi.
Talvolta per cercare qualcosa già presente in sè stesso, ma desideroso di comprenderlo in maniera più approfondita, di metterlo a fuoco attraverso un dialogo tutto interiore.
C’è chi parte con amici e chi, invece, le amicizie le cerca proprio lungo il cammino.
Alcuni poi, per godere appieno di questa esperienza, prediligono muoversi con guide esperte. Capaci di dar loro supporto e, nello stesso tempo, di trasmettere un non banale patrimonio di informazioni relative ai luoghi attraversati.
Per questi ultimi riportiamo un elenco di Guide ed agenzie che, periodicamente forniscono supporto a singoli o a gruppi che intendano percorrere una o più tappe della Via Francigena Toscana.

Tour operator sulla Via Francigena Toscana
Mandala Organic Tour
Da oltre 15 anni, Mandala Tour organizza vacanze a piedi, caratterizzate da una particolare sensibilità verso la responsabilità sociale e ambientale. Ogni tour è progettato con grande impegno per fare in modo che nulla abbia a perdere in qualità.
Anzi abbia ad acquistarne, attraverso una particolare cura nella minimizzazione dell’impatto ambientale.
- Mandala Organic Tours | Home (mandalatour.com)
- Tel. 39 095 508959
- info@mandala-tour.com
S-Cape
A-Cape (The best self-guided Walking and Cycling tours in Europe designed locally by our experts) operatore dotato di grande esperienza, in merito ai cammini, sia in ambito nazionale che internazionale.
Capace di tener conto di ogni esigenza ed ogni minimo dettaglio. Oraganizza Tour anche sulla Via Francigena che, in virtù dell’accuratezza organizzativa e della copiosità di informazioni fornite, non necessitano del supporto di una guida.
Peraltro presso ogni tappa sono presenti figure di partner/collaboratori, in grado di fornire assistenza in caso di necessità.
Via del Sole
Via del Sole: Tour operator che, fin dal suo nascere, propone servizi personalizzati sulla Via Francigena. Dal semplice pernottamento ad una proposta All inclusive (pernottamenti, pasti, trasporto bagagli e quant’altro ritenuto utile). Con o senza accompagnatore.
Inoltre, questo ovviamente in date prestabilite e con modalità standard per tutti i partecipanti, mette a punto un’offerta, rigurdante il percorso di alcune tappe del cammino, con un ottimo rapporto qualità/prezzo,
Cisius Viaggi

Cisius Viaggi propone una modalità slow di percorrere la Via Francigena. Un’esperienza rilassante e coinvolgente, adatta a chiunque.
Il percorso è quello che parte da colle val d’Elsa e si dipana fino a San Quirico d’Orcia.
5 tappe negli affascinanti scenari della Toscana, in un tratto di cammino assolutamente privo di difficoltà tecniche.
Gli ospiti godranno del supporto di un bus che, oltre a trasportare gli zaini, avrà anche il compito di raccogliere eventuali partecipanti qualora gli stessi desiderino percorrere solo una frazione delle singole tappe.
Tappe che, peraltro, ciascuno potrà scegliere di percorrere come più gli aggrada.
In maniera libera seguendo il proprio passo o in compagnia di una guida professionale dotata di profonde conoscenze del territorio e delle emergenze interessanti sullo stesso presenti.
Un tour per tutti coloro che, amando il trekking e le camminate all’aria aperta, vogliono vivere queste esperienze senza peraltro doversi sottoporre a pesanti fatiche.
Per info: Cisius Viaggi – Tel. 03621791139 – info@cisius.it – www.cisius.it
Le guide sulla Via francigena Toscana

Jennifer Deckert
Una giovane donna che, solitamente accompagnata da un simpatico cane, guida gruppi di camminatori sulla via francigena toscana in un percorso ricco di riferimenti culturali, enogastronomici e filosofici. https://www.meama.it/
Parliamo un po’ di questa Via Francigena.
La Via Francigena nella storia
Via Francigena storica: un tracciato in essere molto prima di Sigerico!
Il primo tracciato, identificabile come Via Francigena, realizzato circa un secolo prima della nascita di Cristo, aveva uno scopo prettamente militare.
Giulio Cesare

Tale opera, infatti, necessitava a Giulio Cesare per dar corso alle sue campagne espansionistiche tese ad assoggettare la Gallia e la Britannia.
Affinché le sue legioni potessero muoversi ed essere approvvigionate con relativa facilità fece apportare modifiche e integrazioni.
Ingiunse di collegare vari tratti di strade esistenti, fino ad allora utilizzati a livello locale, facendone costruire di nuovi per raccordarli, là, dove necessario.
Via Francigena: agli uomini d’armi si affiancano quelli di fede
A partire poi dal V secolo, tale percorso, iniziò ad acquisire anche una valenza di carattere religioso.
Infatti l’episcopato romano autoproclamò Roma sede apostolica.
Un titolo rivendicato in virtù del fatto che presso questa città si trovava la tomba di S.Pietro. Colui che era stato il primo vescovo di Roma ed anche l’apostolo cui Gesù aveva conferito il ruolo più importante nella fondazione della sua chiesa.
Come tutt’oggi avviene, una motivazione molto terrena necessitava di una copertura ideale, di riti e liturgie capaci di conferirle una sorta di sacralità.
In realtà ben altra ragione sosteneva la decisione dell’episcopato romano: il predominio sulle restanti sedi vescovili (Costantinopoli, Alessandria, Antiochia e Gerusalemme) .
Per dar suggello a tale nuova condizione furono emanate direttive cui i vescovi era obbligati ad attenersi.
Fra l’altro venne imposto loro di compiere, almeno una volta nella vita, un pellegrinaggio a Roma, per rendere omaggio alla tomba di San Pietro.
Una pratica che ebbe emuli nel popolo anche se solo con l’avvicinarsi dell’anno 1000 il pellegrinaggio assunse un vero e proprio carattere che, oggi, definiremmo di massa.
E’ opportuno, peraltro, ricordare che, in quel tempo, questa via non era ancora identificata con il nome univoco di Via Francigena.
I singoli tratti che, uniti la componevano, continuavano ad essere indicati con il loro nome originario. Quelli assegnati loro dalle comunità che li avevano realizzati a servizio, per lo più, di un traffico locale.
Ed ecco chi le ha dato nome: Francigena… dai Franchi
Via Francigena fu il nome, pressoché unanimemente adottato, solo quando la stessa si rivelò utile alle truppe di Pipino il Breve che la percorse fino a Roma, a capo del suo esercito.
Quest’ultimo era il re di alcune popolazioni occupanti l’odierna Francia e parte della Germania, che venivano identificati sotto il comune nome di Franchi.
Per ben due volte nel 755 e nel 756, l’esercito franco si mosse lungo questa direttrice, perché chiamato in soccorso dal papa, Stefano II, infastidito dall’arroganza longobarda.

Da allora, su questa strada venne impresso il nome di Via Francigena.
Probabilmente a ciò contribuì anche l’eco della vittoria conseguita dal re franco che, in entrambe le occasioni, sconfisse i longobardi a Pavia e poi si recò a Roma, dove fu accolto calorosamente dal papa.
Non dovette trascorrere molto tempo a far sì che, dall’uso comune, il nome di Via Francigena venisse adottato anche nei documenti ufficiali.
Già nell’876, infatti, esso compare in un atto notarile, tutt’ora conservato a S. Salvatore del Monte Amiata, presso l’archivio dell’abbazia.
Peraltro essendo, allora, una delle principali strade di collegamento fra regioni del nord e la parte centrale dello stivale, la Via Francigena, risultava parecchio trafficata.
Lungo la stessa si muovevano eserciti, mercanti, avventurieri ed anche pellegrini che si recavano a Roma o, in taluni casi, perfino a Brindisi quando decisi ad imbarcarsi verso la terra Santa.
Sigerico, il testimonial della Via Francigena
Il più famoso, fra coloro che percorsero la Via Francigena, con motivazione religiosa, fu senz’altro Sigerico, vescovo di Canterbury.
Lo stesso, nel 990, si recò a Roma per ricevere dal papa, Giovanni XV, la stola di lana bianca, simbolo dell’incarico vescovile conferitogli.
Nel percorrerla a ritroso, Sigerico, tenne un diario indicante i luoghi in cui si trovò a pernottare, nel viaggio del ritorno in patria.
Una premura che gli è valsa un riconoscimento postumo. In virtù di quegli appunti, oggi, è stato infatti insignito del ruolo di testimonial della Via Francigena.
In sostanza, però, Sigerico è, appunto, solo un testimonial di questo cammino. Nulla più.
Così come il caffè Lavazza esisteva prima che a George Clooney fosse affidato il compito di pubblicizzarlo allo stesso modo la Via Francigena era tale ormai da circa 2 secoli, quando, su di essa, Sigerico mosse i suoi passi.

La Via Francigena e l’avvento dell’anno 1000: il mellenarismo

In quel periodo, intorno all’anno mille, peraltro, la Via Francigena risultò essere particolarmente frequentata.
Infatti l’interpretazione di alcuni passi delle Sacre scritture inducevano a credere che trascorsi mille anni dalla morte del Cristo o, in altra versione, in precisa coincidenza con la fine del millennio, ci sarebbe stata la fine del mondo.
Come facilmente comprensibile, in una società profondamente permeata da una religiosità cristiana, in tale circostanza, non furono pochi coloro che, atterriti, intrapresero il cammino al fine di rendere meno pesante la propria posizione in vista del giorno del giudizio.
Francigena: un solo nome per tanti percorsi
Fu infatti durante tale periodo che, complice la copiosa affluenza, andò accentuandosi un fenomeno peraltro già presente: la nascita di molte Vie Francigene
Un moltiplicarsi di percorsi che, attraverso varianti diverse, affiancavano l’originario cammino.
Infatti, se il tracciato univoco si era rivelato indispensabile per l’organizzazione della logistica militare, non altrettanto lo era per chi si muoveva con finalità pacifiche.
Essa ora andava quindi formandosi come un fascio di vie, una vicina all’altra, utili ad evitare le insidie che, nel mondo medievale, potevano essere molteplici.
Viaggiare nel medio evo infatti comportava rischi non banali.
Per quanto possibile, nell’itinerario si prediligevano tratti in cui erano presenti centri abitati, ancor meglio se dotati di presidio militare, ma l’imprevisto era sempre in agguato.
A quelli di carattere naturale, un pendio franato, un torrente in piena, un branco di lupi affamati, si andava ad aggiungere la sempre incombente minaccia rappresentata dai banditi.
E’ vero che i pellegrini, per lo più, viaggiavano in compagnia e sempre attrezzati con il loro bordone: un bastone con la punta di ferro utilizzabile anche come arma di difesa, ma, quando possibile, la soluzione migliore era quella di cambiare percorso.
Ma la sicurezza non era l’unico aspetto di interesse per pellegrini o cavalieri che si muovevano sulla Via francigena.
Il loro viaggio necessitava anche di servizi: luoghi in cui sostare nella notte, in cui rifocillarsi, nei quali avere la possibilità di curarsi se colpiti da qualche morbo o rimasti vittima di qualche incidente sul cammino.
A tal fine, lungo il cammino, iniziarono a fiorire attività.
Taverne e stazioni di sosta per cavalli, al servizio dei più abbienti, mercanti e uomini d’affari.
Mentre, per i pellegrini, vennero aperti all’ospitalità monasteri, abbazie e altri luoghi di fede, dove, quasi sempre, sia pur per un periodo di tempo limitato, non più di tre giorni, cibo e alloggio venivano offerti gratuitamente.
Di questa specifica missione, per lo più, se ne presero cura alcuni ordini di cavalieri religiosi.
La Via Francigena e i cavalieri del Tau

In Toscana operarono soprattutto i cavalieri del Tau chiamati anche cavalieri di San Giacomo, i cui simboli, talvolta, sono rinvenibili scolpiti nelle pietre dei centri storici.
In questa attività sovente si affiancarono loro anche ordini cavallereschi più bellicosi, quali i templari ed i Cavalieri di San Giovanni, il cui originario impegno era stato quello di difendere il sacro sepolcro, minacciato dagli arabi.
Il pellegrinaggio
La pratica del pellegrinaggio, in epoca medievale, è stata molto praticata, sia dagli strati popolari che da quelli appartenenti alla nobiltà.
Peraltro, quello che era un fenomeno spontaneo venne mantenuto vivo anche con l’indizione periodica dell’anno Santo.
Una ricorrenza durante il quale, ai pellegrini che si recavano a Roma, era garantita la remissione dei peccati.
La Via Francigena e il Giubileo
L’anno Santo venne istituito nel 1300 da papa Bonifacio VIII che fissò in 100 anni la sua periodicità.
Successivamente, quest’ultima andò riducendosi prima a 50, poi a 33 ed infine a 25 anni.

Agli inizi dell’età moderna iniziò un lento ma progressivo mutamento nella tipologia di popolazione che continuava a muoversi sul percorso francigeno.
Un attenuarsi della religiosità prodotto anche dalla denuncia dei mali della chiesa che era stata alla base della scissione attuata da Martin Lutero, ridusse notevolmente l’afflusso dei pellegrini.
Al contrario veniva progressivamente crescendo il numero di quanti si mettevano su questo cammino mossi da ragioni economiche.
Un cambiamento ben accolto da molti dei piccoli feudatari che avevano tratti di via Francigena facilmente controllabili, all’interno del territorio a loro soggetto.
Infatti, mentre i pellegrini erano spesso dotati di un documento che li esentava da qualsiasi imposizione locale, lo stesso riguardo non era dedicato a chi sulla Via Francigena si muoveva per altri scopi.
Un esempio di tale modo di operare è quello dei Malaspina in Lunigiana.
Vuoi passare? Un fiorino!
Come ben rappresentato da Troisi, nel film “Non ci resta che piangere”, a coloro che transitavano sulla Via Francigena spesso veniva imposta una gabella.
Già nel XII secolo, infatti, Obizzo Malaspina, interrogato dall’imperatore Federico Barbarossa, non aveva avuto difficoltà ad ammetterlo.
In un territorio poco generoso dal punto di vista agricolo, buona parte dei suoi averi derivavano dalla riscossione gabellare.
Una tassa imposta ai mercanti che con i loro muli carichi di merci, attraversavano l’Appennino, valicando il Passo della Cisa.
Nel tempo, comunque, la Via Francigena andò perdendo di importanza a causa di due fattori:
- il progresso tecnologico che applicato al mondo dei trasporti: ferrovie, autostrade, etc, le sottrasse l’originaria valenza
- la secolarizzazione di una società sempre meno improntata ad un profondo sentimento religioso.
Negli ultimi 2 secoli venne quasi dimenticata fino a che nel 1994 ma… questa è un’altra storia.
La Via Francigena oggi
Un itinerario culturale e…turistico
La Via Francigena, come correttamente definita dal consiglio d’Europa, è un itinerario culturale.
Un itinerario che dipanandosi attraverso diversi territori di quella che è oggi l’Europa, ha messo in collegamento luoghi abitati da popoli diversi.
Ha agevolato il contatto e la condivisione di pratiche derivanti da culture, fino ad allora, estranee l’una all’altra.
Modi di vivere, saperi alti, saperi popolari veicolati al seguito di re, di cortigiani, di avventurosi mercanti, talaltra nella bisaccia di semplici pellegrini. Non di rado saperi appartenenti a soldataglie provenienti da ogni dove.
Una intelligente operazione di marketing
Ma, ovviamente non è solo un itinerario culturale, è anche una intelligente operazione di marketing territoriale. Uno stimolo per una forma di turismo sano e responsabile.
Un modo per far conoscere luoghi e paesaggi belli ma, poco vocati ad accogliere grandi folle. Esclusi, per questa loro caratteristica, dalle mete turistiche che i vari tour operator vanno proponendo.
La Via Francigena profuma di storia ma…non è un itinerario storico
Invece la Via Francigena non è, perché non può esserlo, un itinerario storico.
E non può esserlo per più ragioni. Innanzi tutto perché, come già accennato, la Via Francigena è nata oltre duemila anni fa. (ricordiamo che Sigerico è il testimonial di una via che si chiama francigena perché, secoli prima di lui la percorrevano i Franchi. E ancor più remotamente aveva consentito il transito delle centurie romane dirette in Gallia e Britannia).
Da allora il territorio sul quale essa si sviluppa ha subito modifiche non banali. Sono sorte: strade, autostrade, ferrovie, zone densamente popolate dove una volta era solo campagna, etc.
In secondo luogo perché, se ci si dovesse rifare a percorsi storici di Vie Francigene non ne esisterebbe una, bensì ce ne sarebbero decine.
Infatti con il nome di Via Francigena sempre più non venne indicato un unico percorso ma fasci di vie.
Cammini che si dipanavano in prossimità l’uno dell’altro.
In tal modo, offrivano a chi le percorreva la possibilità di evitare i pericoli che potevano insorgere o di trovare cura ed accoglienza.
La scelta fatta quando la Via Francigena è stata eletta “Cammino d’Europa”, è quindi stata quella di censire i numerosi percorsi esistenti.
Successivamente, poi, si è provveduto a selezionare quello cui attribuire la qualifica di percorso ufficiale.
A tal fine è stato indicata la soluzione capace di offrire, a quanti avessero voluto accingersi a fare questa esperienza, bellezza paesaggistica e sicurezza.
La Via Francigena Toscana

La Via Francigena Toscana, attraversa l’intera regione con un percorso di 380 Km suddiviso in 15 tappe.
Avvantaggiata dal disporre di un paesaggio estremamente bello, la Regione Toscana, da subito, si è impegnata nella valorizzazione di questo cammino.
Ha riservato particolare attenzione alla sicurezza di camminatori e pellegrini in movimento sullo stesso.
Sul territorio toscano pochi sono i tratti su strada asfaltata, in condivisione con il normale traffico, quindi anche poco salubri.
Quasi solamente quelli per i quali, al momento, non esistevano alternative tecnicamente praticabili.
Risorse importanti sono poi state dedicate ad ostelli e strutture ricettive.
Anche se tali risorse, affidate ai comuni, così come tanti altri interventi strutturali, non sempre sono state impiegate come sarebbe stato auspicabile.
Ci sono ancora ostelli finanziati, ultimati e mai entrati in funzione. (Vedi ostello di Filetto nel comune di Villafranca Lunigiana o quello in località Canale a Filattiera). Inoltre alcuni degli interventi finanziati sotto il titolo di Via Francigena, hanno solo una tenue relazione con la stessa.
Chi percorre la Via Francigena?
Ma, a proposito di Via Francigena: chi percorre questo cammino?
Abbiamo provato a stilare un profilo di chi sceglie di fare un’esperienza percorrendo la via francigena.
Un elenco che non ha alcun valore scientifico e che, come tutte le generalizzazioni, non può che essere molto approssimato.
Però, pur nella sua genericità, ci è sembrato contenere elementi di verità, frutto di osservazione ma, ancor più, di migliaia di conversazioni.
Ho infatti avuto la fortuna di poter parlare con tanti di coloro che hanno affrontato questo cammino, negli ultimi 10 anni.
Tipologie di camminatori sul percorso francigeno

Single uomo giovane
Single uomo giovane: non di rado si è messo in cammino a seguito di una frattura sentimentale. Nascosto dietro una sicurezza quasi sfacciata o una tristezza malcelata, talvolta ostentata quale arma da cattura. Il suo obiettivo principale è quello di ottenere conferma in quanto uomo desiderabile. Al momento non si pone il problema se sarà l’avventura di una sera o l’amore della vita, l’obiettivo è comunque chiaro: rimorchiare!
Single donna giovane
Single donna giovane: anch’essa è spesso reduce da una relazione poco soddisfacente che, quasi sempre, l’ha vista assumere la decisione di certificarne la fine. Sanamente priva di rimorsi ed anche di rimpianti non evita però di interrogarsi. Sulla Via Francigena cerca di rimettere in ordine le idee. Di capire perché le sue aspettative non abbiano potuto concretizzarsi. E’ incline a stringere, sul cammino, amicizie con persone del suo stesso sesso ed a scambiare con loro impressioni. Non di rado, in queste occasioni, vengono stilate caustiche sentenze sull’intero genere maschile.
Gruppo amici giovani
Gruppo amici giovani: ragazzi animati dalla voglia di stare insieme, scherzare, fare battute, e, perché no? avere qualcosa di interessante da raccontare, una volta rientrati a casa. Non tutti i giovani in gruppo percorrono la via Francigena, ma quelli che lo fanno, solitamente, sono portatori di una gioia pulita. Sono rispettosi dell’ambiente, amano la vita all’aria aperta ed hanno un profondo senso dell’amicizia.
Gruppo amici maturi
Gruppo amici maturi: uguali a quelli giovani, cambiano solo l’età anagrafica e gli argomenti di conversazione.
Gruppo amici con famiglia
Gruppo amici con famiglia: non sono moltissimi. Però, quando li vedi transitare trasmettono piacevoli sensazioni. Una decina di adulti seguiti da marmocchi di età diverse che si divertono imparando. E non imparano solo a riconoscere il canto di un merlo, la forma di una foglia di quercia o di castagno. Gioiscono alla vista di uno scoiattolo raccolgono e regalano fiori, inseguono variopinte farfalle. Inoltre imparano anche a stare insieme, a non litigare, ad aiutarsi l’un l’altro. A capire che non esiste solo ciò che è mio e ciò che è tuo ma anche ciò che è nostro.
Coppia in formazione
Coppia in formazione: la Via Francigena, con i suoi colori ed i suoi profumi è contesto ideale per stimolare lo sprigionarsi dei sogni puliti che tanti ragazzi innamorati elaborano congiuntamente lungo il cammino della Via Francigena. Incuranti di ogni asperità del percorso questi sembrano possedere un’energia che solo l’amore sa infondere. Camminano e progettano. Ogni ambito della loro futura esistenza viene definito fin nei dettagli: come dovrà essere la loro prossima casa, quanti bambini la popoleranno, quale nome verrà loro dato, dove andranno in vacanza, etc. etc. Ah, che bello l’innamoramento! Splendido artifizio adottato dalla natura per garantirsi la continua riproduzione della specie umana.
Coppia in formazione
Coppia collaudata: per le coppie, la via Francigena, o un altro cammino simile, si rivela terapeutica. Chilometri percorsi fianco a fianco, in un contesto che induce alla serenità, facilitano la comunicazione, invogliano a parlare di cose grandi (i figli, il lavoro, la salute), ma anche di quelle che lo sono meno (confidenze, ricordi, piccoli gossip, etc), e che, nella frenesia della vita quotidiana, vengono sovente sacrificate.
Uomo maturo
Uomo maturo: in questa fascia di età ci sono due tipologie di camminatori: 1) chi, ahilui, si è trovato di fronte alla perdita della propria compagna. Cammina per distrarsi, senza altri scopi. Per trovare sul cammino, immerso nella natura, un lenimento al dolore che gli tormenta l’anima 2) chi, dotato di una vitalità che non si è ossidata con gli anni, continua ad aver voglia di fare cose, di misurarsi con esperienze diverse ed ha per compagna una donna comprensiva che, priva del suo patrimonio energetico, preferisce restare a casa, contenta di accudire i nipoti.
Donna matura
Donna matura: quasi sempre il suo è un viaggio culturale. Quando si mette in cammino sa già tutto ed ha già una meticolosa nota in cui ha stilato la lista di quello che dovrà vedere in ogni luogo in cui si troverà a passare e a soggiornare. Conversatrice interessante non si accontenta di generiche spiegazioni, se ti elegge a suo interlocutore e accetti il ruolo…è meglio che tu abbia studiato l’argomento.
Lo scroccone
Lo scroccone: gli amici gli hanno raccontato che sulla Via Francigena, esistono luoghi in cui si può mangiare e dormire, lasciando poi una “volontaria offerta”, una perifrasi che nella sua mente viene stringatamente tradotta in “gratis”, magari temperata dall’avverbio quasi. Solitamente è un tipo simpatico, un giovialone. Gli va bene tutto, ma…se invece dell’acqua c’è una birra è meglio. Dorme, mangia, beve, poi, il mattino successivo mette qualche spicciolo nella cassetta delle offerte e riprende il suo cammino.
Il credente
Il credente: in misura molto limitata ma ce ne sono. Affronta la Francigena con lo stesso spirito con cui l’hanno sempre affrontata i pellegrini mossi dalla fede. Il suo obiettivo è arrivare a Roma, non perché attratto dalla città, dal percorso, etc. ma come semplice testimonianza di devozione. Parla a voce bassa ma comprensibilissima, si muove con gesti misurati ed accompagna ogni sua affermazione con un sorriso appena accennato. Persona piacevole che ispira serenità.
Il pellegrino da Bar
Il pellegrino da Bar: percorre la Via Francigena ma è poco interessato a ciò che vede. Parlano tutti della via Francigena, un percorso diventato di moda. Lui lo fa per disporre di un argomento in più nelle conversazioni che intrattiene con gli amici del bar, i compagni di scuola o di lavoro, le ragazze. “Ho fatto la Francigena” gli sembra un’affermazione in grado di suscitare, se non rispetto, almeno ammirazione.
Il turbopellegrino
Il turbopellegrino: ha caratteristiche simili a quelle del pellegrino da Bar, ma, se possibile, alle stesse aggiunge un elemento peggiorativo: non solo è poco interessato alla bellezza, al paesaggio ma, di proposito, va a cercare accorciamenti del percorso. Incurante di polveri sottili, microinquinanti ed altri elementi nocivi dei quali, con minor dispendio di tempo ed energie, potrebbe fruire in abbondanza vicino casa. Percorre lunghi tratti su strade provinciali e statali, purchè gli consentano di arrivare prima. Un competitivo che, in lotta contro il tempo, non disdegna di alterare le regole del gioco, per potersi poi vantare di un primato difficilmente uguagliabile. Sembra che questa tipologia di camminatori stia raccogliendo le firme affinché, sull’autostrada che porta a Roma, affiancata alla corsia di emergenza, ne venga realizzata una dedicata ai pellegrini: the Francigena highway.

Buon cammino a tutti!